Nessun radar vede barchette, barchini, gommoni, scialuppe e barcaioli..
Gli sbarchi facili sulle coste italiane sono giornalieri.
Da parte libica e spesso anche tunisina i sequestri dei pescherecci italiani sono solo un pretesto politico e finanziario per ottenere un riscatto.
Eppure, da oltre 40 anni esistono le mini-piattaforme per la protezione delle coste..
Con l’installazione delle piattaforme di sorveglianza radar si ottengono tre importanti risultati.
Primo:
si localizzano tutte le imbarcazioni che giungono dal mare aperto verso le acque e le coste nazionali.
Secondo:
si possono sorvegliare tutte le imbarcazioni che lasciano la costa e le acque territoriali in direzione delle acque internazionali seguendone la rotta.
Terzo:
si localizzano tutte le operazioni di trasbordo illegale di persone o di marci effettuate con l’accosto fra due imbarcazioni.
Insomma la tecnologia esiste da anni e potrebbe essere pure di facile utilizzo..anche da parte libica e tunisina..
Non solo..
Le immagini inviate dal radar installato sulla boa, che controlla una vasta area di circa 4.300 km², possono essere viste anche in Italia dalla Marina Militare . In questo modo la Marina Militare Italiana sarebbe sempre in grado monitorare ciò che avviene sulle coste sia Libiche che Tunisine e di concordare le sue azioni sia con i colleghi Libici e Tunisini sia con i colleghi della flotta europea dispiegata per le azioni di contrasto alle attività illegali..
comunicato stampa