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Pullara organizzazione Sanitaria provincia Agrigento

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L’emergenza Covid, sia a livello regionale che nazionale, è ormai, visti i dati statistici, alle spalle. Certamente, l’attenzione e le precauzioni devono essere mantenute ad alto livello, come ci ricorda l’OMS in merito ad una seconda possibile ondata, ma la fase acuta o picco e’ sicuramente superato visto che tutti gli indicatori danno segnali importanti e continuativi di discesa. Conseguentemente, è arrivato il momento della cosiddetta fase 2. La fase 2 non interessa solo il tessuto produttivo e quindi la ripresa economica ma anche l’aspetto sanitario con la necessità di un ripensamento di talune modalità organizzative ed erogazione di servizi, a partire dalle direttive nazionali cui siamo costretti ad adeguarci per come siamo stati costretti fino ad ora. Infatti la Regione Siciliana, seppur dotata di autonomia, ha legislazione concorrente in materia di sanità, cioè può effettuare delle specifiche all’interno delle linea guida nazionali (vale per i punti nascita, le unità operative complesse, i pronto soccorso da chiudere così come gli ospedali da rifunzionalizzare, etc).

In questo ambito, in particolare per ciò che più ci riguarda da vicino, occorrerà ripensare alla organizzazione sanitaria in provincia di Agrigento, sia con riguardo agli aspetti ospedalieri, abbiamo 5 ospedali, che territoriali, abbiamo 7 distretti sanitari e 4 dipartimenti territoriali come ad esempio la veterinaria e la salute mentale. Per l’aspetto afferente all’area territoriale mi farò promotore di un ddl , di modifica della legge regionale n.5/2009,nel quale prevedere la creazione nelle 6 provincie non metropolitane, prive di aziende ospedaliere o di policlinici universitari, di una azienda sanitaria territoriale quindi senza la gestione degli ospedali, lasciandoli alle attuali aziende. Per quanto attiene, invece, all’area ospedaliera va fatto un discorso più approfondito anche alla luce di tutte le polemiche che in questi mesi , fino a ieri, sono divampate, molte speciose in quanto campanilistiche, molte altre dettate non da una visione corretta e da conoscenza ma dal trasporto emozionale, altre demagogiche, altre per interessi elettorali, qualcuna di casta ovvero di dinastia, trasversalistiche ma con al centro la poltrona per tutti i componenti della famiglia senza una coerenza di idee, a destra o a sinistra, fondamentale essere seduti. Nessuna a mio parere con sottostante una base tecnica oggettiva. Infatti, va sottolineato che le scelte operate sulla provincia di Agrigento nella distribuzione dei posti Covid discende da programmazione regionale del competente Assessore alla Salute, Ruggero Razza, ed applicata dalla direzione aziendale dell’Asp. Tra l’altro, ho letto di recente alcune dichiarazioni di deputati della nostra provincia che hanno espresso la loro contrarietà alla impostazione data a livello regionale, ma non ricordo che nessuno di loro, in prima persona o per il tramite di proprio delegato, in aula ovvero in commissione, sul piano Covid regionale, ha espresso contrarietà o disappunto alla impostazione data. Così come non mi pare che i Sindaci dei paesi ove insistono gli ospedali ( Agrigento, Canicattì, Licata, Ribera, Sciacca ) in videoconferenza con l’Assessore Razza e la Direzione Aziendale abbiamo sollevato perplessità sul piano Covid poi oggetto di approvazione. Quindi, mi chiedo, a che gioco giochiamo?! Io ho espresso il mio apprezzamento e ne ho pure cadenzato le motivazioni, assumendomi la responsabilità e non nascondendomi dietro un dito, senza giravolte da un giorno all’altro. Una su tutte la voglio ricordare ancora: era necessario approntare nell’immediatezza soluzioni che potessero accogliere i pazienti Covid quasi come si fosse in guerra, cioè subito! non fare programmazione di mesi cercando cosa fosse l’ottimo perdendo di vista il buono con il tempo che nell’attesa avrebbe potuto mietere vittime. Non c’era tempo! E chi ha responsabilità istituzionali in questi casi deve prendere o difendere le posizioni corrette nell’interesse dei cittadini non seguire la demagogia o il populismo ovvero ancora gli interessi elettorali o cose similari. Certo molti sono abituati a fare politica in questo modo con menzogne e mezze verità di comodo. Mi piace fare riferimento alle dichiarazioni di un prestigioso figlio della nostra terra l’astronauta Parmitano che in ordina alle problematiche Covid ha detto “ siamo su un campo di battaglia e abbiamo un compagno ferito, la priorità è fermare l’emorragia, poi dovremo pensare a portarlo in salvo”.

Ma andando oltre oggi invece è la fase della programmazione visto, a meno di seconda ondata, lo scampato pericolo. Significa che c’è il tempo di discutere, di agire, di approntare strutture e risorse, umane e tecnologie, per farsi trovare pronti per gli anni a seguire con strutture sanitarie in grado di accogliere pazienti, diciamo con particolari patologie. In questo senso inviterei il commissario Covid di presidio ospedaliero, Sciacca-Ribera, prof Firenze, dopo l’ottimo lavoro fatto in continuità con il direttore sanitario Migliazzo, a soprassedere su decisioni e lavori, quindi spese,  anche di carattere organizzativo, che oggi alla luce dei dati epidemiologici non hanno motivo di esistere. Così come chiederò apposita audizione in commissione sanità dell’Assessore e del direttore del Dipartimento pianificazione strategica in uno alla direzione aziendale dell’Asp di Agrigento, con le eventuali rappresentanze territoriali, al fine di per approntare un piano programmatico da inviare a Roma dove spero che  le forze politiche al governo lo possano approvare e finanziare su spinta dei rappresentati siciliani. Io la mia idea l’ho maturata e non ho paura ad esporla così come non ho reticenze a modificarla a fronte di motivazioni tecniche non di campanilismi o populismi.

La voglio qui esporre semplicemente: l’Ospedale di Ribera, ridandogli dignità di tale dizione, lo trasformerei in Ospedale hub per malattie infettive e rare non solo per la provincia di Agrigento ma anche per  quelle di Caltanissetta e Trapani, con le dotazioni necessarie da un punto di vista tecnologico. Infatti, serve poco da un punto di vista infrastrutturale perché già ammodernato di recente nonché con l’implementazione di medici specialisti per esempio in malattie infettive, in pneumologia, etc. Di contro, l’Ospedale di Sciacca, dopo il ripristino dell’esistente prima della pandemia, lo potenzierei con aumento di posti letto nelle discipline che sono andate in sofferenza prima fra tutte la medicina ed inoltre con tutto ciò che riguarda il percorso riabilitativo, adulti e pediatrico, con lo spostamento da Ribera a Sciacca dei 30 posti letto di riabilitazione e neuroriabilitazione gestiti da Maugeri e l’attivazione di ulteriori 26 posti di riabilitazione cardio-pneumologica già previsti a Ribera sempre gestiti da Maugeri, che si aggiungerebbero ai 30 posti letto già attivi a Sciacca di neuroriabilitazione e 10 posti letto di unità risveglio, così da chiudere un cerchio assistenziale di eccellenza presente solo nelle Aziende Ospedaliere o Policlinici Universitari. Con questa progettualità, che per carità deve essere oggetto di approfondimento e condivisione, potremmo infilarci positivamente nel prossimo decreto legge governativo che per come annunciato dal ministro Speranza prevederà risorse per il territorio ed i Covid Hospital.

Ecco questa la mia idea, per me di buon senso come di buon senso e’ stato ciò fatto sino ad oggi. Chiederò inoltre alla Direzione Aziendale al fine di assicurare un lento ritorno alla normalità la nomina dei direttori ff e non appena possibile una corsia preferenziale per le procedure concorsuali.

Invito tutti quindi a svestendo i panni del populismo o campanilismo, ma anche della casta e dinastia, ad un ragionamento costruttivo secondo i ruoli rivestiti e per dirla in termini calcistici “senza trasformarsi in quei tifosi che dagli spalti fanno gli allenatori”. Io ad oggi l’ho fatto e continuerò, spero di non essere il solo.

comunicato stampa