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“Come mai l’impennata di contagi mentre stiamo vaccinando? E’ una cosa illogica. Dovremmo introdurre il test sierologico obbligatorio ai 30 giorni dalla seconda dose del vaccino e successivamente ai 3 mesi ed a seconda del risultato, quindi della carica anticorpi le sviluppata, ripeterlo ai 6 o 9 mesi per valutare una ulteriore somministrazione ed utilizzare la tessera sanitaria per tracciare le informazioni sul vaccino ricevuto.”

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Lo ha dichiarato il deputato regionale all’Ars l’On. Carmelo Pullara durante  il suo intervento la scorsa settimana in Commissione Sanità per fare il punto sull’epidemia in Sicilia.

“Assistiamo -dichiara Pullara- a una evidente impennata di contagi proprio mentre è in corso una massiccia campagna di vaccinazione. I primi casi di virus in soggetti già’ vaccinati. La situazione negli ospedali e’ critica.  Ma mi chiedo come mai l’impennata dei contagi mentre stiamo vaccinando .

Come ho sottolineato durante l’intervento  in  Commissione Sanita’, o stiamo sbagliando l’ordine di vaccinazione e quindi stiamo vaccinando chi sta a casa piuttosto che chi sta fuori ed è un errore di gestione complessivo o c’è qualcosa che non torna. Dovremmo introdurre obbligatoriamente , e magari possiamo essere la regione apripista, il test sierologico ai 30 giorni dalla seconda dose del vaccino e successivamente ai 3 mesi e secondo il risultato a 6 o 9 mesi. Inoltre sarebbe importante sapere quanti vaccini per abitanti ad oggi sono stati inoculati? Quanti posti letto di Terapia intensiva e sub intensiva erano previsti? Quanti di questi ad oggi sono stati realizzati e attivati? E quanti di questi occupati? Sarebbe importante sapere il dato medio dei risultati dei tamponi e a fronte del dato intervenire per risolvere.

Inoltre –prosegue Pullara – sarebbe opportuno utilizzare la tessera sanitaria per tracciare alcune informazioni ad esempio ultimo tampone fatto in ordine di tempo e data e tipologia di vaccino ricevuto, permetterebbe in questo modo di poter di custodire e raccogliere tutti i nostri dati sanitari, che sarebbero quindi sempre disponibili ed effettuare tutti i trasferimenti in Italia e all’estero sopperendo al certificato nazionale.

Infine, in questo momento ,più che mai, -conclude Pullara- bisognerebbe pensare ad attivare un’assistenza domiciliare. Tra varianti  e abbassamento della carica anticorpale ho la sensazione che non è una cosa di breve periodo. Queste, secondo me dovrebbero essere opportune azioni che ci permetterebbero di fare un’analisi completa di quanto sta accadendo e essere pronti a programmare nei prossimi mesi le procedure più idonee per continuare a far fronte alle imprevedibili conseguenze della epidemia. ”

comunicato stampa