n queste ore apprendiamo che nel settore dei lavori edili e portuali , sembra si stia mettendo in atto una dura speculazione a danno delle imprese del settore marmifero, con gravi conseguenze anche ambientali.
Infatti, dalle notizie acquisite, risulterebbe che le suddette imprese – le quali hanno nel loro patrimonio anche il sottoprodotto utilizzato nei lavori edili e portuali – sono – di fatto – costrette a cederlo gratuitamente e in alcuni casi a pagare per consegnarlo, in quanto – si dice – trarrebbero vantaggio dalla liberazione dell’area di cava.
Sennonché, ciò non appare congruo se rispondente al vero, tenuto conto che l’art. 58 del Piano Paesaggistico – ambito 1 dispone che non è possibile aprire nuove cave di inerti, dovendosi utilizzare per la produzione di tale materiale, lo scarto dell’attività estrattiva delle cave di pietra, avente le caratteristiche di sottoprodotto e il cui mancato utilizzo lo trasformerebbe in rifiuto.
Pertanto, è evidente che le imprese del settore edile e portuale hanno necessariamente bisogno di tale materiale, con l’ovvia conseguenza che senza di esso non potrebbero eseguire i lavori.
Dunque, se da un lato le imprese marmifere possono avere l’esigenza di liberare la cava, dall’altro è palese che senza il suddetto materiale non esisterebbe l’attività edile. Ne consegue, è ovvio che un prezzo debba pagarsi, non potendosi costringere le imprese del marmo – già colpite da una pesante crisi del settore – a rinunciare al notevole valore del loro sottoprodotto.
Peraltro, dalla presunta speculazione in atto può derivare un grave danno ambientale.
Difatti, il mancato utilizzo del più volte detto materiale di scarto – come sopra evidenziato – lo trasformerebbe in rifiuto, con la necessità di trasportarlo in discarica ed inoltre, costringere ad un ulteriore utilizzo del suolo, poiché dovrebbero aprirsi nuove cave di inerti.
Tutto ciò infine, si pone in contrasto con le linee guida espresse dalla candidatura a <<Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2021>> presentata da questa amministrazione e sottoscritta da altri Sindaci ed anche dall’Assomarmi di Trapani, laddove la tematica del rispetto dell’ambiente e del suolo ha assunto un valore fondativo della proposta, anche in ossequio ai principi della <<Agenda 2030>> sottoscritta all’ONU nel 2015, che detta i principi guida in materia di sviluppo sostenibile.
Per queste ragioni, non taceremo e vigileremo affinché le imprese del nostro territorio ed i lavoratori non vedano frustrata una possibilità di sviluppo, soprattutto in un difficile momento come quello attualmente vissuto e faremo in modo che venga assicurata la necessaria trasparenza, soprattutto quando le risorse in campo saranno quelle pubbliche. Nei giorni a venire allerteremo il Prefetto ed i Sindaci del territorio oltre che l ‘Autorita di Sistema Portuale ma anche le organizzazioni rappresentative del sistema imprenditoriale d’interesse. Sia chiaro rispettiamo il libero mercato e la libertà d ‘impresa al pari però della tutela ambientale e dei principi generali di trasparenza non solo formale.
L’Assessore ai LL.PP – Dario Safina
Il Sindaco – Giacomo Tranchida
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