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Senza stupore leggo del comunicato, non firmato, della Segreteria “Soggetto Giuridico” con il quale, prendendo squallidamente spunto dal

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“Carrello Solidale CV19”, in maniera subdola accusa il sottoscritto e la mia Amministrazione dell’amaro destino che porta i lavoratori dell’IPAB Serraino Vulpitta a rivendicare la mancanza di stipendio da anni. Invero trattasi, al pari dell’altra Ipab Residence Marino, di enti rientranti nella sfera regionale ..ma va da se, quando qualche locale sindacato non riesce ad avere la forza di rappresentare nelle opportune sedi (Regione Sicilia) le vertenze di cui dovrebbe occuparsi, cerca il bancomat del vicino Comune. Vecchio e noto virus culturale, al pari della bacata mentalità di chi lo rappresenta?! Rimane in campo il problema serio e purtroppo datato del destino di questi lavoratori, tutti. Abbiamo, invero, provato tra le tante emergenze a ricercare soluzioni: a) per l’Ipab Residence Marino, avevamo finanche avviato al lavoro i dipendenti per due mesi sul finire del 2019, inizio 2020, ma il Commissario regionale non è mai riuscito a presentare una valutazione dello stato patrimoniale delle “casette rosse” oggi depredate ed in vergognoso stato di abbandono da parte della Regione, onde consentire al Comune una più veritiera ed attuabile valorizzazione patrimoniale d’investimento. Per il “Serraino Vulpitta” invece avevamo colto l’occasione del fabbisogno logistico del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri per tentare di riqualificarne il patrimonio e dunque individuare un percorso virtuoso – e non in danno delle casse comunali – per dare anche una prospettiva ai dipendenti della stessa Ipab. Percorso non più proponibile, da un lato per questioni logistiche ed entità dell’investimento demaniale, dall’altro per il sopravvenuto pronunciamento della corte costituzionale che ha previsto che gli enti locali non hanno l’obbligo di assorbire il personale di dette Ipab – diversamente da quanto previsto dalla normativa regionale – giusto analogo contenzioso in sede giudiziaria peraltro avviato dal Comune di Trapani prima dell’avvento della ns Amministrazione. Aggiungiamo che l’Ipab Serraino Vulpitta non ha mai comunicato il valore del patrimonio e l’ammontare dei debiti, ed inoltre non è stata ancorata dichiarata estinta. Insomma non solo mancano i presupposti giuridici ma anche quelli dell’eventuale ed astratta valorizzazione patrimoniale per il Comune che non essendo soggetto imprenditoriale, dovrebbe dimostrare alla Corte dei Conti qual’è il vantaggio dell’eventuale e plurimilionario esborso finanziario. Aggiungo che con la Prefettura, nel tempo, era stata percorsa anche l’ipotesi avanzata da una fondazione nazionale per la realizzazione di una RSA, poi sfumata. Insomma, si è cercato di individuare soluzioni consentite dalla legge ma non penalizzanti per il bilancio comunale finanziato dai cittadini trapanesi con le loro tasse. Tanto per rassegnare, ad onor del vero, le azioni poste in essere dalla mia AC a tutela intanto dei lavoratori. Oggi con il Commissario di tale Ipab stiamo peraltro ricostruendo un complicato percorso che, al netto di precetti giudiziali possa liberare la massa creditizia dallo stesso Ipab vantata – da residui vincoli di pignoramento – rispetto a quanto dovuto e nel tempo accantonato dal Comune per servizi acquistati presso tale Ipab. In questo quadro delicato ed incerto tutto ad un tratto spunta la strumentale “genialiata” del locale sindacato Soggetto Giuridico che vorrebbe che a risolvere il problema del personale di un ente socio-sanitario fosse il comune mentre dovrebbe essere la competente Regione. Noi, come è noto, non consideriamo per genesi culturale e politica i cittadini in categorie diverse ma neanche siamo disponili ad avallare acrobazie circensi per consentire a qualcuno di accampare tessere sindacali, peraltro alimentando la disperazione di questi lavoratori e strumentalmente scaricandola nei confronti dell’inerme Comune rispetto alle responsabilità della competente regione.

comunicato stampa